Rappresentazione iconografica di una infanzia difficile ed una successiva rinascita, la storia vera raccontata nell'ultimo brano dei Sambuca Shot. Il testo scritto da Gianni Musaio e la musica di Angelo Boncore.
La vita del protagonista, oggi ultra 50enne, parte già in salita dalla nascita. Lui, un neonato non voluto e non accettato dalla mamma, che vuole interrompergli l'esistenza in una tinozza di acqua bollente. L'energia vitale manifesta la sua intensità riuscendo a sottrarlo a tale beffardo destino, grazie all'intervento di un padre, seppur distante, ma di buonsenso.
La vita del protagonista, nonostante il superamento di tale prima difficoltà, rimane comunque in salita. La sua esistenza e dignità continua ad essere schiacciata dal destino che lo sottopone ad un'altra crudele prova, i maltrattamenti in orfanotrofio. Punizioni senza giusta ragione, segregazioni in stanze buie del sottotetto, paure e solitudini enfatizzate dal fischio inquietante del vento forte che si infila dagli spifferi delle finestre durante la notte.
Per lui niente amore, famiglia, amici o giochi. Per ben 7 volte vive l'illusione e l'abbandono. Potenziali genitori che come un pacco postale lo prelevano dall'orfanotrofio per poi riaccompagnarlo uno o due giorni dopo con la giustificazione che "non rispecchia i canoni richiesti". Tristezza e rabbia verso l'esistenza si sedimentano in lui, fino a quando arriva la luce in fondo al tunnel. Una mamma ed un papà, "non di gene, ma di amore di chi ti cresce" (cit. del testo) che lo accolgono con l'amore che si dà ad un figlio. Da questo momento, una "vita dignitosa". Scuola, lavoro, Amore e figli. Oggi una persona che mai farebbe trasparire tali trascorsi. Una persona di valori, allegra, di grande compagnia e soprattutto un marito ed un padre esemplare.
"L'altalena rossa" che dà il titolo alla canzone, oltre che il primo gioco messo in atto dal protagonista appena arrivato nella nuova famiglia, esprime metaforicamente gli alti e bassi che l'esistenza e la realtà sottopongono ad ogni essere vivente
L'intensità della storia e delle parole raccontate dal protagonista hanno ispirato il testo di Gianni Musaio e la linea melodica di Angelo Boncore. Una sorta di ringraziamento alla vita che così come toglie in alcuni casi arricchisce, cosicché quando sembra tutto svanito arriva il dono, per una felice coppia che accoglie e per un figlio accolto.
LYRICS
L'ALTALENA ROSSA
Partenza già in salita
per il seme della vita
un dono non voluto
e mai riconosciuto
L'immensità di Dio
la forza del suo io
han reso tale destino
sì lungo, ma felino
Cicatrice all'anima
dalla tinozza infame,
teste di pezza nera
che spaventano a sera.
Niente fiabe a letto,
ma castighi in sottotetto,
per colpe mai avute
e speranze un po' perdute
Rit. Pà, spingi l'altalena
rossa, non di pena
erede non di gene
ma d'amor di chi ti cresce
Tra ninfee e pesci rossi,
impalata poi mi fissi
con l'aura oltremarino
mà, matrice del Divino
In aria di primavera
fiorisce una chimera,
due amanti per la vita
a lenir tale ferita.
Manifesta mano Iddio
a soddisfar il tuo desìo
non più sul filo appeso,
ma il cordone tanto atteso
Sospiri di sereno
riflessi nondimeno
per gl'anni d'avvenire
a progenie istituire
Gigante inaspettato
a normo sì scontato
rivincita magnifica
di filiazione animica
Rit. Pà, spingi l'altalena
rossa, non di pena
erede non di gene
ma d'amor di chi ti cresce
Tra ninfee e pesci rossi,
impalata poi mi fissi
con l'aura oltremarino
mà, matrice del Divino